03-cdsIl complesso si sviluppa a partire da un impianto industriale di metà ‘800, si estende per circa 65.000 mq ed è suddiviso in due sponde (lato mare e lato monte) dalla via Coroglio. Il “lato mare” costituisce l’area più antica del complesso ed è stata costruita tra la metà del secolo scorso ed i primi anni di questo secolo. Proprio in questa area si situa lo Science Centre con le sue aree espositive esterne e l’insieme di servizi che completano l’offerta culturale del museo. Un sistema complesso fatto di edifici, spazi aperti e rovine. Il principale obiettivo dell’intervento è quello di ripristinare la piena attività del Science Centre, innalzando un nuovo fabbricato che sostituisca quello andato distrutto e rafforzandone la funzione di “grande attrattore culturale” dell’area occidentale di Napoli. Anche le aree esterne adiacenti l’edificio sono parte dell’ intervento e della razionalizzazione delle funzioni complessive didattiche e attrattive di Città della Scienza. La superficie verrà ripensata e gli spazi ridistribuiti in modo da trovare uno stabile equilibrio tra la realizzazione di un grande spazio espositivo e la creazione di un’area pubblica attrezzata, in modo tale da avere un’architettura a servizio dell’uomo e del paesaggio concepito e strutturato in chiave ecosostenibile, per un ammontare complessivo massimo di volume fuori terra di 79.068 mc.

La mappa di Bagnoli (Lo stato della città. Napoli e la sua area metropolitana, a cura di Luca Rossomando, edizioni Monitor, aprile 2016)L’area oggetto dell’intervento è sita a nord-ovest di Napoli nel quartiere di Bagnoli all’interno della regione dei “Campi Flegrei” luogo di elevata rilevanza storica archeologica, paesaggistica e naturale. L’area rientra nel territorio interessato dalla dichiarazione di notevole interesse pubblico di Bagnoli-Coroglio, ai sensi del D.M. del 6/8/1999. Il tessuto urbano di questa parte di Bagnoli è profondamente segnato dai forti contrasti che si sono sviluppati durante il secolo scorso tra lo sviluppo dell’area industriale e la sua vocazione naturalistica. Infatti, gigantesche insule industriali, ormai dismesse o in abbandono ma ancora completamente inaccessibili, contrastano con la dimensione minuta dell’edilizia che si è sviluppata nella fascia tra il primo segmento di via Coroglio ed il mare. La ricostruzione dello Science Center presenta come obiettivo quello di stabilire una nuova centralità nello sviluppo territoriale della città di Napoli.

08-cdsSi è quindi deciso di reinterpretare l’archetipo dell’architettura industriale in modo da recuperare, integrare e dialogare con tutte le preesistenze, incluso il paesaggio. Un’architettura compatta che concentra, in un unico involucro, il complesso programma dello Science Center riducendo al minimo l’occupazione al suolo e liberando finalmente il litorale per la libera fruizione dei cittadini. Una costruzione in grado di rapportarsi in maniera chiara con gli edifici e le rovine preesistenti e che, allo stesso tempo, si confronta con l’autorevole paesaggio costiero di Bagnoli. Lo Science Centre mira a diventare il più importante animatore socio-culturale di Bagnoli. Ospiterà esposizioni permanenti, temporanee ed altre attività connesse alla diffusione e alla valorizzazione delle scienze, delle tecnologie e alla promozione culturale. Si è scelto quindi, in concerto tra sostenibilità ambientale e fattibilità tecnica, di progettare un’architettura dove sia possibile praticare il più ampio spettro di attività accessibili al pubblico e allo stesso tempo godere di uno spazio non solo funzionale ma anche percettivo.

Le aree esterne saranno parte integrante del Nuovo Science Centre. Infatti, infatti si prevede una stretta relazione tra l’edificio e gli spazi aperti che lo 02-cdscircondano da utilizzare per l’installazione di exhibit permanenti e temporanei, l’organizzazione di eventi e di attività didattiche. L’intera area è concepita come una piccola città, con un alternanza di piazze e strade, di pieni e di vuoti che andranno a creare un vero e proprio ambiente urbano tipico delle città italiane e mediterranea. Un’attenzione particolare è rivolta al recupero del rapporto con la linea di costa, mantenendo allo stesso tempo viva la memoria della vecchia fabbrica attraverso la testimonianza fisica dei suoi resti sopravvissuti all’incendio. Nella scelta dei materiali per le aree esterne si è voluto favorire una chiara individuazione del nuovo intervento, che va a inserirsi all’interno di un contesto complesso e stratificato, conservando la riconoscibilità delle parti preesistenti. Infatti per le pavimentazioni delle aree esterne progettate ex-novo saranno realizzate in cemento gettato con finitura antiscivolo dalle dimensioni personalizzate che seguono il modulo strutturale del nuovo edificio e delle principali geometrie degli edifici esistenti, variando in profondità in relazione alla distanza dal museo. In questo modo viene a crearsi una stretta relazione tra lo spazio interno e quello esterno che, di fatto, viene percepito come un’estensione degli interni. Una scelta diversa è stata invece adottata per il Viale della Conoscenza e la Piazza della Ciminiera, dove si andrà a recuperare la pavimentazione in mattoni pieni caratteristica del precedente intervento.

07-cdsIl programma dello Science Center si distribuisce in un sistema a 3 dimensioni, dove l’esposizione permanente, l’officina dei piccoli e le aree polivalenti sono disposte in maniera circolare attorno ad un grande vuoto centrale che, allo stesso tempo, apre un’immensa finestra sul paesaggio. Durante tutto il percorso di visita, lo spazio interno vive in simbiosi con quello esterno. Come una spugna, l’involucro è attraversato da piccoli fori che fotografano piccole porzioni di paesaggio e lo lasciano penetrare all’interno delle sale espositive. Materiali e tecnologie sono stati selezionati al fine di garantire la massima durabilità e funzionalità relative ad ogni singolo programma. In tutte le sale espositive e nei foyer di ingresso è prevista una pavimentazione in cemento pigmentato. Le pareti saranno rivestite in cartongesso e, laddove si rendesse necessaria una maggiore resistenza meccanica per l’installazione di opere a parete, l’utilizzo di pannelli in legno lamellare del tipo XLAM, successivamente intonacati.

Il progetto prevede particolare attenzione all’eliminazione delle barriere architettoniche. Infatti, tutti gli interventi, interni ed esterni, non presenteranno alcun impedimento classificabile come “barriera architettonica” in conformità alla normativa comunitaria. In particolare, il progetto esclude ogni ostacolo fisico che potrebbe essere fonte di disagio per la mobilità e qualsiasi elemento che limiterebbe o impedirebbe la comoda e sicura utilizzazione di spazi, attrezzature o componenti. Le prestazioni delle strutture e le condizioni per la loro sicurezza sono state individuate comunemente dal progettista e dal committente. A tal fine è stata posta attenzione alla tipologia strutturale, al suo uso ed alle possibili conseguenze di azioni accidentali ed eccezionali. Definito l’insieme degli stati limite riscontrabili nella vita delle strutture è stato accertato, in fase di dimensionamento, che essi non fossero superati. Particolare attenzione è stata posta nella ricerca di soluzioni compatibili col linguaggio architettonico dell’edificio, risolvendo in maniera sistematica e metodica le esigenze scaturite dal dialogo col tema dell’involucro edilizio e la conservazione delle ampie luci all’interno delle sale espositive. Altrettanta cura è stata posta per garantire la durabilità della struttura, con la consapevolezza che tutte le prestazioni attese potranno essere adeguatamente realizzate solo mediante opportune procedure da seguire non solo nella successiva fase di progettazione, ma anche in fase di costruzione, manutenzione e gestione dell’opera. Per quanto riguarda la durabilità sono stati individuati tutti gli accorgimenti utili alla conservazione delle caratteristiche fisiche e dinamiche dei materiali, in considerazione dell’ambiente in cui l’opera dovrà vivere e dei cicli di carico a cui sarà sottoposta.

La superficie di esposizione netta comprensiva delle aree di ingresso, shop ed esposizione temporanea dell’attività misura circa 7.000 m2 per cui, come già detto, è considerata come un unico compartimento su tre livelli essendo protetta da impianto di spegnimento. In caso di incendio l’intero edificio è stato progettato per garantire il rapido e veloce esodo degli occupanti verso l’esterno, sia attraverso scale a prova di fumo che permettono l’esodo degli occupanti dai piani superiori al piano terra, sia attraverso uscite direttamente all’esterno per quanto riguarda il piano terra e l’area sud del piano primo.
Io ogni caso il percorso effettivo per raggiungere un luogo sicuro, non risulta mai superiore a 50 m, incrementabili a 60 m poiché in presenza di un sistema di smaltimento fumi e di un impianto di spegnimento automatico sprinkler. L’impianto rilevazione incendi sarà costituito da una centrale modulare, espandibile, in grado in futuro di poter collegare i rilevatori di altre zone degli edifici esistenti dell’area lato mare. L’impianto rilevazione dedicato allo Science Centre prevede: rilevazione puntiforme con sensori a tripla tecnologia, rilevazione puntiforme con sensori a doppia tecnologia, rilevazione a campionamento d’aria con sensori laser ad alta sensibilità per il controsoffitto, aree espositive e cavedi ascensori ed infine rivelatori lineari di fumo per le aree con considerevole altezza.
Gli impianti elettrici e speciali a servizio dell’intera area di intervento sono realizzati nel rispetto di tutte le normative vigenti inerenti gli impianti elettrici, di illuminazione ed applicazioni speciali, con particolare attenzione alle regole di buona tecnica al fine di avere una realizzazione a regola d’arte.

I principi fondamentali ai quali ci si è attenuti risultano i seguenti:
Sicurezza contro i rischi dell’elettricità; Affidabilità funzionale; Facile manutenibilità; Costi gestionali contenuti; Elevata efficienza energetica.
Il pensiero seguito nello studio del progetto definitivo dei vari impianti è stato quello di proporre, nel rispetto di tutte le leggi, norme e regolamenti vigenti, soluzioni che assicurino affidabilità, bassi costi di esercizio e flessibilità nella sua composizione e nella sua funzionalità. Si può dedurre da quanto sopra detto, che l’impianto più adatto, per la maggior parte degli ambienti, alle reali esigenze è quello di tipo a tutt’aria con ricircolo a portata variabile in funzione dei carichi termici. Questo tipo di impianto risponde in maniera soddisfacente alle esigenze di adeguarsi alla variabilità dei carichi termici estivi ed invernali degli ambienti e di avere un idoneo grado di affidabilità dal punto di vista della funzionalità e del controllo termoigrometrico degli ambienti oltre ad Avere caratteristiche di flessibilità per adeguare l’impianto nelle sue parti terminali ed eventuali cambiamenti futuri.

 * Il disegno “La mappa di Bagnoli” è tratto da Lo stato della città. Napoli e la sua area metropolitana, a cura di Luca Rossomando, edizioni Monitor, aprile 2016